Per Valicare i confini

 

La componente ovattata del color magenta, con il quale l’anima irpina si esprime attraversola vocazione talentuosa dei suoi artisti, prevale, nella ricerca estetica-formale del giovane evalido pittore Giuseppe Amoroso De Respinis, tanto da suggellare con la sua opera le atmosferelegate alla linea dell’orizzonte, che abdica giornalmente per la incombente notte, al fine dipreparare l’aurora e l’alba dell’indomani, che dal suo riposo si riverbereranno nella luce cheavanza imperiosa.

 

Quella luce che, seppure rimarca l’urgenza frantumata dei colori sanguigni, esplode e siappropria del giorno, in perfetta simbiosi, nello scambio, ma comunque nella continuitàcosmica, dei vari movimenti della terra. Una tale ipotesi di lavoro, che recupera e mescola levarianti cromatiche della luce, tra chiarore, lucentezza, crepuscolarità, opacità, esplosioni edimplosioni, trova nell’opera di Amoroso l’infinita gamma delle possibilità, per una vibrazionequasi dello sguardo e dell’interiorità, tra emozione e suggestione, tra visione e frantumazione dicaleidoscopiche istintualità sensitive.

 

L’ineluttabilità della ricerca implicita nell’ossimoro, tra luce d’ombra e ombra luminosa, svela la matrice estetica di un artista che ha mirabilmente coniugato i residuali necessari di una figurazione paesaggistica celata e la fantasmagoria di una astrazione frantumata che invade lo spazio, lo avvolge nel suo magma, lo impreziosisce nella parcellizzazione compatta della sua festosità cromatica.

Si genera così una rilevante osmosi, dove i ruoli della visione e gli incarichi impaginativi - in equilibrio estetico - pervadono il senso e il pathos della vita e delle sue implicazioni visive, nonché di quelle problematiche, tra gioia ed inquietudini, tra verità e transitorietà del tempo. Amoroso assembla con l’eleganza i “lapilli” dell’anima che eruttano sentimenti e geometrie, dove la linea, l’arco, la finestra, il parapetto, l’ambiente, il sogno, il groviglio, il cerchio, si ritrovano nel medesimo fulcro cromatico, di rara registrazione emotiva.

 

Il colore si incunea con se stesso nella gamma delle vibrazioni quasi tattili, non di rado con effetti materici, come novelli big bang nel cosmo-bacinella di ciascuna tela ed esplode nel suo alveo stellare attraverso la sua intima porzione di estasi emotiva. Come recita il titolo di un suo significativo quadro, Amoroso è “Alla ricerca di una nuova dimensione”, con la quale progetta infinite varianti della sua valenza pittorica e umana, una e centomila esperienze (pirandelliane).